Sblocco cessione del credito possibile anche per quelli precedenti al 1 maggio 2022
Approvato alla Camera dei Deputati il decreto semplificazioni che prevede lo sblocco cessione del credito
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Nella giornata di ieri, 27 luglio 2022, è stato approvato alla Camera dei Deputati il decreto semplificazioni (ne parliamo meglio qui). Sembra quindi che il governo dimissionario abbia tutta l’intenzione di mantenere le promesse fatte da Mario Draghi nel suo ultimo discorso al Senato. In questo discorso aveva sottolineato la sua volontà di sbloccare la cessione dei vecchi crediti fiscali incagliati relativi al Superbonus 110% . Una volontà, quella relativa allo sblocco cessione del credito, che sembra possa essere rispettata, salvo repentini capovolgimenti di fronte.
C’è stato infatti proprio ieri il si della camera ad un emendamento al decreto legge sulle semplificazioni fiscali che elimina la data del 1° maggio 2022 come termine dal quale far decorrere le cessioni facilitate dei bonus introdotte nel decreto legge 50/2022. Adesso la palla passa in mano al Senato che dovrebbe approvare il decreto entro il prossimo 20 agosto.
Ma cosa prevede in dettaglio la misura che porterebbe allo sblocco cessione del credito?
Abbiamo fatto il punto della situazione qui di seguito insieme ai nostri esperti.
Cosa prevede l’emendamento al DL semplificazioni per lo sblocco dei crediti d’imposta?
L’emendamento al DL Semplificazioni corregge un’incongruenza dello stesso decreto legge 50/2022. Questo decreto infatti prevedeva che le nuove condizioni facilitate del credito potessero essere applicate a tutte le cessioni mentre dall’altra veniva introdotto un limite temporale, dal primo maggio in poi.
In sostanza quindi le cessioni dei crediti erano da una parte sempre consentite alle banche a favore di tutte le imprese e professionisti propri correntisti o soggetti diversi da consumatori e utenti. Dove per “sempre consentite” si faceva riferimento al fatto che lo sblocco cessione del credito fosse valido
anche alle cessioni e agli sconti in fattura comunicati all’Agenzia delle entrate prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
Dall’altra parte però (comma 3 dell’articolo 57) lo stesso decreto stabiliva che tale cessione semplificata potesse essere applicata solo alle comunicazioni di cessione del credito pervenute all’Agenzia delle entrate a partire dal 1° maggio 2022.
Ciò quindi avrebbe significato un’esclusione per tutte le cessioni di crediti o sconti in fattura comunicati all’Agenzia delle entrate prima del 1° maggio 2022.
Il nuovo emendamento al DL Semplificazioni approvato il 27 luglio 2022 invece elimina questa data . In questo modo riammette al regime facilitato in favore di partite Iva e professionisti i vecchi crediti. E’ proprio per questo motivo che si parla di sblocco cessione credito.
Le difficoltà dell’approvazione della norma
L’approvazione dell’emendamento per lo sblocco cessione credito d’imposta è stata una sorpresa rispetto alle previsioni. Un’approvazione rapida e blindata in Aula che è stata resa possibile anche dal divieto, per il Governo, di apporre la fiducia nel nuovo regime di Camere sciolte. Tuttavia questa appena affrontata non è l’unica motivazione dietro all’emendamento sullo sblocco cessione del credito.
A sorprendere è stato infatti anche il consenso unanime delle forze politiche sulle correzioni. Consenso facilmente desumibile visti anche i risultati con cui i deputati hanno approvata il DL Semplificazioni: 355 voti a favore, 31 contrari ed 11 astenuti.
Un consenso tanto più sorprendente se si considera che la votazione non era solo sul singolo emendamento sullo sblocco cessione del credito d’imposta. La camera ha infatti votato un vero e proprio pacchetto di misure che ha avuto l’effetto di suddividere il prossimo decreto legge Aiuti-Bis in due pacchetti più leggeri. Suddivisione che può facilitare il lavoro del Governo nell’approvazione di entrambe le misure. Decreto Legge di cui non mancheremo certo di parlare fra queste pagine.
Conclusioni
La misura approvata ieri può portare ad un concreto sblocco cessione credito d’imposta oltre che gli sconti in fattura. Solo così è infatti possibile provare a rimettere in moto la macchina del Superbonus a sostegno dell’edilizia. Macchina che, se non rimessa in moto, potrebbe portare, secondo CNA, al fallimento di circa 30mila imprese. Si parla infatti di circa 13,5 miliardi di euro di crediti d’imposta bloccati.
Certo, lo sblocco cessione dei crediti d’imposta non è considerato risolutivo da tutti. I problemi legati al Superbonus che si sono stratificati in questo periodo sono infatti molti e il decreto da solo è insufficiente a risolverli (ne parliamo qui). Tuttavia sono molti i professionisti e le imprese che stanno attendendo l’effettiva entrata in vigore dello sblocco dei crediti d’imposta per poterli vendere sul mercato dei bonus e quindi monetizzarli.
Con l’emendamento (inizialmente voluto da tutte le forze politiche e sostenuto anche dal Governo), i deputati hanno dunque posto rimedio a un errore, forse non del tutto causale, emerso all’indomani dell’approvazione del decreto Aiuti.
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