Author archives: Simone Cirone

Mi chiamo Simone Cirone, e sono il titolare di Evo Sistemi, un'azienda che ho fondato con la passione di portare l'innovazione tecnologica e la trasformazione digitale a un nuovo livello. Nel corso degli anni, ho sviluppato una solida esperienza in vari settori cruciali per il successo online delle imprese.SEO (Search Engine Optimization): Grazie a una profonda conoscenza delle dinamiche dei motori di ricerca, sono in grado di aiutare le aziende a migliorare la loro visibilità online, ottimizzando i contenuti e le strutture dei loro siti web per scalare le classifiche di ricerca.Google Ads e campagne pubblicitarie: Ho una vasta esperienza nella gestione di campagne pubblicitarie online, in particolare attraverso Google Ads. Il mio obiettivo è sempre quello di massimizzare il ritorno sull'investimento per i miei clienti, creando annunci mirati che raggiungono il pubblico giusto al momento giusto.Social Media Marketing: Nel panorama digitale odierno, una strategia efficace sui social media è fondamentale. Aiuto le aziende a costruire la loro presenza online attraverso contenuti coinvolgenti e strategie di marketing personalizzate, sfruttando le potenzialità delle piattaforme social per aumentare la visibilità e l'interazione con i clienti.IT e sicurezza informatica: Con una formazione solida nel settore IT, ho una conoscenza approfondita delle infrastrutture tecnologiche aziendali e della loro gestione. Sono particolarmente attento agli aspetti di sicurezza informatica, garantendo che le soluzioni implementate siano non solo efficienti ma anche sicure, proteggendo i dati sensibili delle aziende da minacce esterne.Con Evo Sistemi, mi impegno a fornire soluzioni complete e personalizzate che aiutano le imprese a crescere e prosperare nel mondo digitale. Credo fermamente nell'importanza di rimanere sempre aggiornato sulle ultime tendenze e tecnologie per offrire il massimo valore ai miei clienti.Se vuoi scoprire di più su come posso aiutarti a portare la tua attività al livello successivo, non esitare a contattarmi.

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Ecobonus 110%: come migliorare la classe energetica di 2 livelli

Alla scoperta delle soluzioni possibili per migliorare la classe energetica di un edificio di 2 livelli per poter accedere all’Ecobonus 110%

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Il tanto annunciato DL Rilancio sta per essere approvato dal Senato, dopo essere a sua volta stato modificato ed approvato alla Camera dei Deputati. Nonostante quindi ancora non sia stato convertito in legge, appaiono chiari alcuni dei suoi contenuti, in particolare quelli legati agli Ecobonus al 110%.

Tra le altre cose relative a queste nuove detrazioni fiscali i requisiti per accedervi non hanno subito grosse modifiche. Appare ormai certo che per poter usufruire di queste detrazioni fiscali sia necessario migliorare la classe energetica di un edificio di almeno 2 livelli.

Del resto, noi di Valore Energia, abbiamo già scritto molto a riguardo di questi nuovi Ecobonus, come avrete avuto modo di leggere fra le nostre pagine. Comprendiamo tuttavia che la mancanza delle linee guida dell’Agenzia delle Entrate, dovuta al fatto che il DL non è ancora stato convertito in legge, possa generare confusione in molti di voi.

Se da un lato appare chiaro che si debba migliorare la classe energetica e che siano previsti degli interventi trainanti, dall’altro i lavori da sostenere per poter aumentare la classe energetica di almeno due livelli sono diversi. A questo proposito puoi consultare la nostra guida su come individuare la classe energetica cliccando qui. Specie per quegli edifici che hanno una APE (attestato di prestazione energetica) che li colloca al livello G ed F.

Abbiamo quindi cercato di fare il punto della situazione sugli interventi da sostenere che possono migliorare la classe energetica di un edificio con i nostri esperti. In questo modo abbiamo tentato di fare un po’ di chiarezza a riguardo, per chi, come te, ha molta confusione in testa.

Se non vuoi perderti le ultime informazioni a riguardo iscriviti alla nostra newsletter o contattaci cliccando qui!

Cosa significa migliorare la classe energetica di un edificio?

Prima di andare a individuare con esattezza quali sono gli interventi per migliorare la classe energetica di un edificio è necessario fare una breve premessa.

La classe energetica di un edificio è una scala con la quale viene identificato il consumo energetico dello stesso. Più la classe è alta, più significa che l’edificio consuma meno energia per riscaldarsi o raffreddarsi ma anche per alimentare gli apparecchi elettrici al suo interno. Consumando meno energia, quindi avvalendosi anche di fonti rinnovabili per produrla, è in grado di ridurre le emissioni di CO2 e quindi ridurre l’inquinamento. La classe energetica più performante è la A4 e quella meno performante è la G.

Gran parte degli edifici italiani, indipendentemente dal fatto che siano abitazioni private o condomini, rientra nella classe G o F. Questo perché si tratta di edifici di vecchia costruzione, nei quali praticamente non c’è isolamento termico o comunque dove non si ricorre alle energie rinnovabili per il proprio fabbisogno termico ed elettrico.

Migliorare la classe energetica di un edificio quindi, significa ad esempio portare un edificio di classe G o F ad esempio, ad una classe energetica A o maggiore. Per incentivare questa buona pratica quindi, il governo onte ha deciso di emanare il DL Rilancio, all’interno del quale sono previsti degli incentivi economici non indifferenti per il miglioramento energetico degli edifici.

Ovviamente, più la classe energetica è bassa, più interventi saranno necessari per migliorarla. Inoltre non è affatto detto che gli interventi sostenuti su di un edificio si possano replicare anche su di un altro della stessa classe energetica.

Quali sono quindi i migliori interventi da realizzare per renderli di classe energetica superiore, se non A, almeno sufficiente per ottenere le detrazioni fiscali?

Scopriamolo qui di seguito.

Cappotto termico per migliorare classe energeticaMigliorare la classe energetica per rientrare nell’Ecobonus 110%

Se si vuole raggiungere la classe A partendo da una classe bassa, è quindi chiaro che non basta intervenire solo su di un ambito ma occorrerà intervenire più pesantemente. Non basterà quindi intervenire sull’isolamento termico, ma occorrerà intervenire anche ad esempio sull’impianto di riscaldamento oppure su quello di produzione dell’energia elettrica.

In pratica, se si parte da una classe energetica come la F e la G occorre realizzare almeno due dei seguenti interventi:

  1. un isolamento a cappotto, eliminare i ponti termici, sostituire i vetri con vetri tripli.
  2. produrre l’energia con fonti rinnovabili migliorando così l’efficienza energetica dell’edificio.
  3. sostituire l’impianto di riscaldamento con uno a pompa di calore ed a pannelli a pavimento, o comunque a bassa temperatura per migliorare l’efficienza termica di un edificio.

Messo in chiaro quanto sopra, a questo punto sarà un professionista del settore, come quelli di Valore Energia, ad indicarvi gli interventi più adatti nel vostro caso specifico. Ovviamente dopo aver svolto gli opportuni calcoli per verificare che la soluzione prospettata consenta effettivamente di raggiungere la classe energetica desiderata e tenendo conto anche di quelle che sono le vostre esigenze/abitudini.

A questo punto, tenendo conto del costo dei materiali e della manodopera, vi verrà presentato un preventivo tramite il quale potrete valutare l’opportunità o meno di eseguire gli interventi di ristrutturazione/riqualificazione.

A questo proposito non esitare a contattarci cliccando qui!

Interventi migliorativi della classe energetica: involucro edilizio

Quello di intervenire sull’involucro edilizio è sicuramente uno dei modi migliori per migliorare la classe energetica di un edificio. Uno dei motivi per cui lo è anche la facilità di esecuzione dell’intervento. I materiali dei vecchi edifici possono infatti essere facilmente integrati, o addirittura sostituiti con dei materiali isolanti opportuni.

Realizzare un cappotto termico infatti implica applicare un involucro ci materiale isolante alle superfici dell’edificio, sia interne che esterne. Quest’ultimo caso è l’opzione migliore.

Per usufruire del Superbonus l’intervento di isolamento termico di superfici opache verticali e orizzontali dovrà riguardare oltre il 25% della superficie della facciata del condominio o dell’edificio unifamiliare.

La spesa massima da portare in detrazione, o trasformare in credito di imposta da cedere a terzi, è di 60.000 euro per ogni unità immobiliare. I materiali per l’isolamento devono rispettare i requisiti antincendio e i CAM, ovvero i Criteri Ambientali Minimi.

In questa categoria di interventi rientra anche la sostituzione degli infissi. In particolare di quelli con vetri singolo con quelli a vetri doppi o tripli a bassissima trasmittanza termica. Sono proprio gli infissi infatti ad essere uno dei punti deboli dell’isolamento termico di un edificio.

migliorare l’Efficienza energetica di un edificio

migliorare classe energetica microeolicoPer migliorare l’efficienza energetica di un edificio quindi, almeno potenzialmente migliorare la classe energetica di 2 livelli, gli interventi sono sostanzialmente 3, i seguenti.

  1. Avvalersi della tecnologia fotovoltaica. Grazie a questa tecnologia è possibile trasformare le radiazioni solari in energia elettrica. Gli impianti fotovoltaici con accumulo garantiscono la produzione di elettricità “green” con la possibilità di accumularla in una batteria per poi sfruttarla anche durante le ore notturne. . L’aumento di classe energetica con fotovoltaico può essere importante, con un incremento di due o più categorie.
  2. Sfruttare l’energia eolica: E’ possibile, qualora le condizioni climatiche e morfologiche lo consentano, avvalersi anche dell’energia del vento per produrre energia elettrica. Inoltre alternativa è possibile integrare gli impianti fotovoltaici con quelli microeolici in modo da garantirsi una costante produzione di energia, sia con il tempo bello che quando è nuvoloso, sia di giorno che di notte. Quest’ultima è una soluzione che permette di coprire fino all’80% del fabbisogno energetico senza più dipendere dalla tradizionale rete elettrica
  3. Impianti di domotica residenziale: per ottenere il massimo dell’efficienza energetica è anche necessario amministrarla in modo ottimale. E’ proprio a questo che servono i sistemi di domotica residenziale. Questi sono infatti in grado di gestire i consumi elettrici in modo ottimale e automatizzato premettendo di raggiungere elevati standard qualitativi e di risparmiare il più possibile. Per questo motivo anche questi interventi possono migliorare la classe energetica di un edificio.

Efficienza termica degli Impianti di casa

fotovoltaico per migliorare classe energeticaGli impianti collegati all’efficienza termica di un edificio sono quelli di riscaldamento, acqua calda sanitaria e raffrescamento. E per questo tipo di impianti esistono diverse soluzioni: pompa di calore, solare termico, impianto a pavimento. Proviamo ad esaminare approfonditamente questi interventi qui di seguito.

  • Miglioramento del riscaldamento: per migliorare il riscaldamento di un edificio è possibile intervenire in diversi modi. Potresti sostituire una vecchia caldaia con una più moderna ad alta efficienza. Oppure potresti sostituirla con una pompa di calore. Potresti anche pensare di integrare un sistema a solare termico al tuo attuale impianto di riscaldamento.
  • Produzione acqua calda sanitaria: Avere acqua calda sanitaria comporta un notevole dispendio di energia, soprattutto durante l’inverno. Ecco quindi una pompa di calore potrebbe ridurre notevolmente il consumo di energia elettrica. Anche un solare termico, il cui scopo principale è quello di produrre acqua calda sanitaria potrebbe servire al tuo scopo. Per non parlare della possibilità di integrare solare termico e pompa di calore, una possibilità che ti permetterà in pratica di ridurre a 0 il consumo di energia per produrre acqua calda sanitaria.
  • Raffrescamento: per quanto riguarda il raffrescamento potresti invece pensare di installare un impianto a pavimento. Si tratta di una soluzione che non solo ti permetterà di mantenere una temperatura fresca e costante durante tutta l’estate ma che durante l’inverno ti permetterà anche di riscaldarti dal momento che per forza di cose sarà collegato alla pompa di calore oppure al solare termico. In questo caso però l’intervento di ristrutturazione è piuttosto consistente. In alternativa potresti ricorrere a dei sistemi di climatizzazione che connessi opportunamente al fotovoltaico e/o microeolico non consumeranno praticamente nulla!

Conclusioni

Ricordiamo che le classi energetiche possono essere differenti a seconda della prestazione che attestano: climatizzazione invernale, estiva, produzione di acqua calda sanitaria.

Nel caso in cui i propri consumi segnalino una classe energetica molto sfavorevole, conviene intervenire quanto prima per risparmiare. Inoltre, intervenire in questo senso ora che gli Ecobonus stanno per essere approvati è sicuramente conveniente!

Come avete visto però gli interventi che si possono sostenere per migliorare la classe energetica di un edificio sono molteplici. Alcune volte sarà possibile effettuare proprio quelli che desiderate voi, altre volte no. Le variabili in gioco sono tantissime e qualche intervento potrebbe essere davvero conveniente, qualche altro no. Meglio quindi affidarsi a degli esperti del settore come noi, che tra le altre cose siamo anche specializzati in cessione del credito e sconto in fattura!

Per rimanere informato oppure per richiedere maggiori informazioni iscriviti alla nostra newsletter cliccando qui!

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Il raffrescamento a pavimento funziona davvero?

Cos’è il raffrescamento a pavimento? Come funziona? Perché conviene? Scoprilo nel nostro approfondimento!

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Siamo solo agli inizi dell’estate ma il caldo è già insopportabile. Un caldo che ci costringe a dover ricorrere sempre a nuovi sistemi per poter vivere serenamente dentro casa o in ufficio senza squagliarci. Ed il raffrescamento a pavimento è una delle ultime tendenze in questo settore!

In realtà il raffrescamento a pavimento non è affatto un ultimo ritrovato tecnologico, quanto piuttosto si tratta di una riscoperta di un’antica tecnica. Ad esempio i Romani erano soliti alimentare i loro ambienti con acqua calda e fredda alternativamente. In questo modo riuscivano a riscaldare o raffreddare gli ambienti termali.

Oggi quindi questa tecnologia viene riscoperta ed a ragione. Si tratta infatti di una soluzione che è molto efficace e riesce anche a garantire un grande risparmio energetico.

Ma come funziona un sistema di raffreddamento a pavimento? Quali sono i suoi vantaggi?

Abbiamo cercato di rispondere a queste domande interpellando i nostri esperti che ci hanno fornito le spiegazioni che troverete più avanti.

Se invece siete già a conoscenza di questi sistemi di raffrescamento e siete interessati ad installarli cliccate qui per mettervi in contatto con i nostri consulenti.

Impianto di raffrescamento a pavimento: cosa è?

Probabilmente, interessandoti al mondo degli impianti a pavimento, ti sarà capitato di imbatterti in quelli di riscaldamento. Questi ultimi infatti, soprattutto a partire dagli anni 2000 hanno conosciuto un vero e proprio boom. Ma cosa c’entrano con gli impianti di raffrescamento a pavimento?

Presto detto. Si tratta di impianti che praticamente funzionano alla stessa maniera. A cambiare è solamente la temperatura dell’acqua che circola all’interno delle tubature che compongono l’impianto al di sotto della pavimentazione. Questo significa di fatto che un impianto a pavimento può svolgere due funzioni: raffreddamento e riscaldamento a seconda della stagione e delle necessità di chi vive l’edificio in questione.

Nel periodo estivo infatti, le case o gli edifici che frequentiamo, sono soggetti ad importanti accumuli di calore all’interno dei loro spazi abitativi. Per difendersi da questi accumuli solitamente si ricorre al classico condizionatore. Sicuramente è un ottimo strumento, tuttavia comporta un non trascurabile dispendio energetico. Inoltre, specie se l’ambiente da cui si proviene è molto caldo, è difficile resistere alla tentazione di accenderlo al massimo della sua potenza con tutte le conseguenze del caso sulla nostra salute.

Grazie al raffrescamento a pavimento invece, non si è soggetti a bruschi sbalzi di temperatura come avverrebbe qualora si sfruttassero flussi d’aria. L’acqua che circola all’interno delle serpentine ha una temperatura inferiore a quella dell’ambiente. Siccome il calore passa sempre da un corpo più caldo ad uno più freddo, il calore dell’ambiente da raffreddare verrà passato al pavimento prima, ed alla serpentina poi, che lo assorbirà. L’effetto quindi che si verrà a creare è quello di raffreddare l’ambiente in questione.

Raffrescamento a pavimento: pro e contro

Il pro più grande dei raffrescamenti a pavimento è senza dubbio quello di poter svolgere una duplice funzione. D’inverno infatti può essere utilizzato lo stesso impianto a pavimento per riscaldare gli ambienti, d’estate invece per raffrescarli. Ovviamente questo comporta anche un notevole risparmio energetico come avremo modo di approfondire più avanti.

Come dicevamo poco più sopra inoltre, il raffrescamento a pavimento permette di rinfrescare gli ambienti senza flussi d’aria. Sono proprio questi flussi d’aria ad infastidirci ed a procurarci brutti mal di testa o mal di collo. Inoltre devi considerare anche che muovendo l’aria, il condizionatore muove anche la polvere che è depositata sulle superfici. Cosa che non propriamente ideale dal momento che queste polveri, nel lungo periodo possono nuocere.

Come avrai intuito quindi, il sistema di raffrescamento a pavimento non ha controindicazioni di questo genere.Tuttavia il raffrescamento a pavimento non ha solo i pro, ma ha anche dei contro.

Il più grande svantaggio di questo sistema riguarda il caso in cui si verifichi un guasto all’impianto. Si tratta di inconvenienti che non solo non sono facilmente rilevabili ma che per risolverli potrebbe essere necessario spendere diversi soldi. Questo perché per potrebbe essere necessario svolgere una quantità consistente di lavori dal momento che dovrai necessariamente rimuovere una porzione di pavimento, a seconda dei casi più o meno grande.

Per questo motivo, se deciderai di installare un impianto di questo tipo è sempre bene rivolgersi a delle ditte esperte come la nostra. Solo così avrai la garanzia di lavori eseguiti a regola d’arte e duraturi nel tempo. Contattaci cliccando qui!

accorgimenti utili

Prima di effettuare la realizzazione di un impianto di raffrescamento a pavimento è bene valutare gli standard energetici dell’edificio in cui lo si vuole applicare.

Questa infatti è una tecnologia che funziona al meglio quando non ha a che fare con sbalzi di temperatura pronunciati: sia in inverno che in estate. Pertanto l’edificio in questione deve essere ben isolato dal punto di vista termico grazie a degli infissi e soprattutto al cappotto termico adeguato. Altrimenti rischierete che casa vostra si riscaldi più rapidamente di quanto si raffreddi o viceversa!

Un altro accorgimento cui prestare attenzione è quello di installare un sistema di deumidificazione dell’ambiente. Questo perché se c’è parecchia umidità, questa potrebbe condensarsi quando si abbassa la temperatura dell’ambiente. Solo così è possibile scongiurare la formazione di condensa e di tutti i problemi ad essa connessi.

Costi di un impianto di raffrescamento a pavimento: la convenienza

Come potrai facilmente immaginare, installare una serpentina all’interno della quale far scorrere l’acqua al di sotto del pavimento ha un costo maggiore rispetto all’impianto a radiatori. Un costo che all’incirca è del 30-40% in più ma che siamo certi che si ripagherà dal momento che si tratta di un sistema che funziona sia d’inverno che d’estate.

Il costo di funzionamento di un impianto a pavimento caldo-freddo infatti è sensibilmente più basso rispetto all’utilizzo dei condizionatori. Se volessimo fare un confronto ipotizzando un condizionatore in ogni ambiente, il risparmio annuo sarebbe almeno del 25-30%.

Conclusioni

Installare un sistema di riscaldamento – raffreddamento a pavimento è quindi un ottimo modo per avere sempre una temperatura gradevole all’interno della propria abitazione o ufficio. Inoltre è un sistema che ti permetterà di risparmiare notevolmente in bolletta qualora le condizioni per il suo funzionamento sono rispettate alla perfezione.

Se vuoi maggiori informazioni contattaci cliccando qui oppure seguici su facebook!

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Tutte le modifiche Ecobonus 110%

Il punto sulle modifiche ecobonus 110% per la sua conversione in legge

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Prima di convertire in legge le misure contenute nel DL Rilancio è necessario fare i conti con gli emendamenti che, in misura maggiore o minore ne modificano il contenuto. D’altronde è questo l’iter legislativo in questi casi, pertanto in questi giorni sta proseguendo il lavoro alla Camera dei Deputati per la conversione in legge del decreto. In particolare sono molti gli emendamenti presentati che riguardano le modifiche ecobonus 110 %.

In questo clima di incertezza di cambiamenti repentini sono in molti ad attendere ulteriori sviluppi. Molti infatti sono pronti ad investire, ma solo dopo aver chiaro il quadro degli incentivi fiscali per l’efficienza energetica ma anche per il sisma bonus, il fotovoltaico ecc. Benché le nuove detrazioni fiscali del 110% siano già operative per le spese sostenute dall’1 luglio 2020, ciò che tutti attendono sono i provvedimenti attuativi. Sono questi infatti che faranno chiarezza sulle modalità in cui sarà consentito usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito. A questo proposito stiamo anche attendendo le linee guida dell’Agenzia delle Entrate.

Per questo motivo, se non vuoi perderti le ultime notizie sulle modifiche ecobonus 110% ti consigliamo di iscriverti alla nostra newsletter cliccando qui.

Qui di seguito cerchiamo di fare il punto, insieme ai nostri consulenti ed esperti, sulle modifiche ecobonus 110% presentate fino a questo momento nella V Commissione della Camera dei deputati. E’ questa infatti la Commissione che si occupa appunto della conversione in legge del DL Rilancio.

Modiche ecobonus 110 %: l’emendamento approvato in V Commissione

Dall’annuncio del DL Rilancio sono passati oramai diversi mesi. Nel frattempo la V Commissione della Camera dei Deputati ha approvato un emendamento che sostituisce completamente l’art. 119 del Decreto Rilancio. Si tratta dell’emendamento per gli “Incentivi per l’efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici”. 

Questa è una svolta sostanziale dal momento che prevede molte modifiche all’ Ecobonus 110 %, modiche però che nalla maggior parte dei casi ne estendono la portata. In particolare cerchiamo di analizzare nel dettaglio quelle relative agli interventi di efficientamento energetico.

Modifiche Ecobonus 110%: le esclusioni

Cominciamo con le brutte notizie: non solo inclusioni ma anche esclusioni. Le modifiche Ecobonus 110% prevedono anche la riduzione della platea delle unità immobiliari ad averne diritto. In particolare vengono esclusi gli edifici appartenenti alle seguenti categorie catastali:

  • A/1: abitazioni di tipo signorile;
  • A/8: abitazioni in ville;
  • A/9: castelli, palazzi di eminenti pregi storici o artistici.

Modifiche Ecobonus 110 %: i nuovi  beneficiari

Fra le modifiche Ecobonus 110 % più importanti vi sono senza dubbio quelle relative all’aumento della platea dei beneficiari di queste detrazioni. I beneficiari adesso sono:

  • i condomini;
  • le persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, su unità immobiliari;
  • gli istituti autonomi case popolari (IACP);
  • le cooperative di abitazione a proprietà indivisa;
  • organizzazioni non lucrative di utilità sociale;
  • associazioni ed organizzazioni di volontariato iscritte nei registri;
  • dalle associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale e nei registri regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano
  • Istituti autonomi case popolari (IACP) possono usufruire delle detrazioni fiscali per le spese, documentate e rimaste a carico del contribuente, sostenute dal 10 gennaio 2022 al 30 giugno 2022.

Le modifiche ai requisiti per accedere agli Ecobonus 110 %

I nuovi requisiti per accedere agli ecobonus 110% sono molto simili ai precedenti anche se hanno subito alcune modifiche. Come prima infatti gli interventi sostenuti, nel loro complesso, devono assicurare il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio.

In particolare però viene aggiunto anche il miglioramento, sempre di almeno due classi energetiche, delle unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti o con accessi autonomi. Se ciò non è possibile basterà una APE che attesti il conseguimento della classe energetica più alta possibile confrontando la stessa prima e dopo l’intervento.

Ecobonus 110% anche per la seconda casa

Un’altra modifica molto attesa era quella dell‘eliminazione del vincolo inizialmente previsto per le persone fisiche che avrebbero potuto beneficiare dell’ Ecobonus 110% solo per l’abitazione principale.

Con il nuovo emendamento infatti si potrà beneficiare delle detrazioni anche per interventi realizzati al massimo su due unità immobiliari. Ovviamente sempre solo se questi interventi rispettano i requisiti previsti.

Modifiche ecobonus 110% per interventi trainanti di isolamento termico

La detrazione fiscale del 110% può essere applicata per le spese a carico del contribuente sostenute dal 1 luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021. Si tratta di una detrazione che verrà ripartita in cinque quote annuali di parti importo.

E fin qui nulla di nuovo, le modifiche Ecobonus 110 % riguardano piuttosto gli interventi trainanti che ne danno diritto.

Prendiamo in esame gli interventi di isolamento termico delle superficie con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio o dell’unità immobiliare. L’unità immobiliare in questo caso può anche essere situata all’interno di edifici plurifamiliari, l’importante è funzionalmente indipendente e disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno.

Inoltre i materiali isolanti utilizzati nei lavori devono rispettare i criteri ambientali minimi individuati dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Tetto di spesa per interventi di isolamento termico

Fra le modifiche più significative agli ecobonus 110% ci sono quelle relative ai tetti di spesa massimi per gli interventi di isolamento termico. Adesso sono sono calcolati su un ammontare complessivo delle spese non superiore a:

  • 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno;
  • 40.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari;
  • 30.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.

Modifiche ecobonus 110% per interventi su parti comuni edifici per climatizzazione e acqua calda sanitaria

Prendiamo adesso in esame gli interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria.

Anche per questo tipo di interventi sono stati modificati i tetti di spesa. In particolare adesso sono previsti i seguenti:

  • 20.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti fino a otto unità immobiliari;
  • 15.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari,

La detrazione è inoltre riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito.

Interventi sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti

Anche in questo caso, le modifiche Ecobonus 110% prevedono un cambiamento dei tetti di spesa. La detrazione infatti verrà calcolata sulla base di un ammontare complessivo delle spese non superiore ai 30.000 euro.

Come nel caso precedente, la detrazione verrà riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito.

Modifiche Ecobonus 110 % che riguardano gli altri interventi di efficienza energetica

Il DL Rilancio prevedeva che gli Ecobonus 110% venissero applicati anche a tutti gli altri interventi di efficientamento energetico, a patto che venissero realizzati insieme ad uno degli interventi trainanti di cui sopra.

A questo proposito una delle modifiche Ecobonus 110 % più importanti è la seguente.

Se l’edificio in cui si effettuano questo tipo di lavori è soggetto a dei vincoli culturali o paesaggistici, oppure se gli interventi trainanti sono vietati dai regolamenti edilizi, urbanistici e ambientali allora si può comunque usufruire della detrazione senza realizzare un intervento trainante.

Sostituzione infissi ed impianti di climatizzazione invernale

Dopo le modifiche Ecobonus 110 % la detrazione per questo tipo di interventi è stata ridotta al 50% del totale delle spese sostenute dal 1° gennaio 2018. Le spese prese in considerazione sono quelle relative agli interventi di acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi, di schermature solari e di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A.

Sono invece esclusi tutti gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza inferiore alla classe A.

La detrazione si applica nella misura del 65% invece per gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione, di efficienza almeno pari alla classe A.

Questo però deve essere contestuale all’installazione di sistemi di termoregolazione evoluti, o con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro, o per le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera di generatori d’aria calda a condensazione.

Come faccio a rimanere aggiornato?

In questi giorni le modifiche si susseguono rapidamente e fluidamente, pertanto è importante non perdersi mai niente e rimanere aggiornati.

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Quando si potrà cedere il credito di imposta? Tutte le ultime novità

A partire da quando si potrà cedere il credito di imposta? Sarà per forza necessario aspettare la fine dei lavori oppure si potrà fare anche prima?

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Buone notizie in arrivo per chi si appresta a effettuare i lavori di efficientamento energetico previsti nel DL Rilancio. Nel testo finale approvato dalla commissione Bilancio della Camera sono previste nuove disposizioni che prevedono nuove possibilità per cedere credito di imposta. E’ proprio questo testo a contenere infatti il beneficio per gli interventi di miglioramento energetico degli edifici, il cosiddetto SuperBonus 110%.

A questo proposito non sarà infatti più obbligatorio cedere credito di imposta solamente alla fine degli interventi sui quali opera l’ Ecobonus 110 %. Il trasferimento o lo sconto in fattura si potranno fare anche durante i cosiddetti “stati di avanzamento dei lavori”.

Ma cosa significa tutto questo? Perché dovrebbe essere una buona notizia poter cedere il credito di imposta anche durante gli stati di avanzamento dei lavori?

Prima di proseguire oltre, sappi che noi di Valore Energia, siamo specializzati nella cessione del credito e nello sconto in fattura. Il nostro obiettivo è sì quello di perseguire l’efficientamento energetico degli edifici per fare in modo di vivere in un mondo più pulito grazie alle energie rinnovabili (come il fotovoltaico).Per perseguire questo sogno però è necessario che sia sostenibile, soprattutto dal punto di vista economico! Pertanto non perderti le ultime novità sulla cessione del credito e scopri di più cliccando qui!

A questo punto sei pronto per comprendere appieno la potenzialità di questa buona notizia che riguarda la possibilità di cedere il credito di imposta durante gli stati di avanzamento. Prosegui nella lettura per scoprirlo!

Cosa implica dover aspettare la fine dei lavori per poter cedere credito di imposta?

Fino a questo momento era possibile cedere il credito di imposta solamente alla fine dei lavori. In pratica significava che era possibile in pratica usufruire dell’ Ecobonus 110% praticamente solo durante il prossimo anno. Questo perché solitamente gli interventi di efficientamento energetico hanno una certa durata, specie quelli più grandi.

Ovviamente, fare il lavoro, affrontando le relative spese nel 2020, e dover aspettare il 2021 per riscuotere gran parte del proveniente da questi lavori è un problema per le imprese chiamate a farlo. Di conseguenza, la mancanza di fondi per le imprese, è un problema che potenzialmente può coinvolgere anche le banche.

In pratica, imprese e banche avrebbero potuto essere costrette a lavorare per diversi mesi senza poter spalmare nel tempo i loro impegni economici, rischiando quindi seriamente di non sopravvivere a questa fase. Un rischio che difficilmente si sarebbero prese, vanificando di fatto gli Ecobonus 110%

Cosa sono gli stati di avanzamento dei lavori?

Prima di capire il perché di questa buona notizia cui accennavamo poco più sopra, spieghiamo bene in cosa consistono gli stati di avanzamento dei lavori.

Quando si firma il contratto con un impresa per effettuare dei lavori di una certa durata, vengono stabilite delle scadenze intermedie. Una sorta di rateizzazione dei pagamenti che avvengono se il lavoro concordato ha raggiunto una certa fase. Queste scadenze intermedie sono appunto gli stati di avanzamento.

Quando i termini previsti dal contratto vengono raggiunti, l’impresa emette la fattura relativa ed il cliente paga. In questo modo il committente non è costretto a dover pagare in una tranche sola un’ingente somma di denaro, e l’impresa può riscuotere il compenso per il lavoro in diverse tranches.

Cosa significa che non occorre aspettare la fine dei lavori per poter cedere credito di imposta?

Alla luce del ragionamento fatto fino a questo momento, la commissione di bilancio di Montecitorio ha deciso di concedere la possibilità di diluire la cessione del credito in più momenti.

Ecco quindi che grazie a questa nuova norma, il contribuente che deve pagare gli stati di avanzamento, può decidere di cedere il credito oppure optare per lo sconto in fattura.

Quando è possibile cedere il credito di imposta?

La condizione per cui può il committente può farlo è che gli stati di avanzamento non siano più di due per ogni intervento complessivo. Inoltre ciascuno di questi stati di avanzamento deve avere almeno un valore del 30% del costo complessivo dei lavori.

In sostanza quindi si potrà cedere il credito di imposta in massimo 3 momenti diversi: uno per il saldo finale della fine dei lavori e due intermedi.

Nuove modalità di cessione del credito

Sarà possibile anche optare per il trasferimento telematico del credito appoggiandosi ad un intermediario abilitato alla presentazione online delle dichiarazioni.

Inoltre, le disposizioni in materia della cessione di questi crediti derogano la norma che vieta la compensazione dei crediti «relativi alle imposte erariali in presenza di debiti iscritti a ruolo, per imposte erariali ed accessori di ammontare superiore a 1.500 euro».

Conclusioni

In questo articolo abbiamo cercato di analizzare le ultime novità dell’Ecobonus 110% per quanto riguarda la possibilità di cedere il credito di imposta. Ci teniamo ancora una volta a specificare che il DL Rilancio, nel quale è contenuta questa norma, non è ancora legge. Tuttavia l’iter che sta seguendo è a buon punto, pertanto è solo questione di giorni prima che venga approvato.

Non perderti tutte le ulteriori novità che ci saranno nei prossimi giorni e iscriviti alla nostra newsletter cliccando qui!

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Credito di imposta 110 %: finzione o realtà? Ecco perché stiamo ancora aspettando

Il credito di imposta 110% non è ancora effettivo. Come mai? Ne frattempo alcune buone notizie iniziano a trapelare.

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Sono oramai diversi mesi che in molti stanno aspettando la definitiva approvazione del Dl Rilancio che porterà con sé i vari Ecobonus, con particolare attenzione al credito di imposta al 110 %.

Proprio questo del credito di imposta al 110 % è un argomento tanto delicato e complesso da gestire quanto indispensabile. Quindi è normale che i legislatori si prendano tutto il tempo necessario per fare le cose nella maniera migliore possibile, o almeno speriamo sia cosi. I tempi si stanno dilatando sempre di più: le linee guida dell’Agenzia delle Entrate per accedere a questi Ecobonus erano previste il 20 giugno scorso ed ancora non ve ne è traccia.

Tuttavia le cose si stanno muovendo e, per una volta, sembra anche nella giusta direzione, specie per quanto riguarda il credito di imposta 110 %.

Ma quindi passerà o non passerà questo ecobonus al 110 %? Quali sono le buone notizie cui accennavamo qui sopra che ci fanno ben sperare?

Prosegui nella lettura per scoprirlo oppure iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato!

Credito di imposta 110: le banche si stanno muovendo per accettarli

La buona notizia, come riporta questo articolo de Il sole 24 ore, è che le banche più grandi del nostro paese stanno già costruendo dei prodotti per utilizzare il credito di imposta 110. Questo argomento è molto caldo ed hanno già dato disponibilità alcuni tra gli istituti più radicati sul territorio. Il contribuente quindi potrà scegliere fra le molte offerte a sua disposizione, valutando tra le offerte ricevute quelle più conveniente per lui.

D’altronde, sebbene nessuno abbia ancora scoperto le carte a riguardo, già stanno circolando voci di prodotti ad hoc predisposti dalle banche mirati proprio a soddisfare la domanda di cessione del credito di imposta. Domanda che una volta convertito in legge il DL Rilancio si prevede possa crescere a dismisura.

Fra le banche che si stanno muovendo sicuramente figurano Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Carige e Bnl ma non solo. Unicredit, in particolare, è tra le più attive nel mercato dell’ecobonus. Addirittura avrebbe confermato al Sole 24 Ore di  aver erogato nei mesi precedenti al lockdown circa 171 finanziamenti per un importo totale di 39 milioni di euro.

Perché queste sono notizie importanti per il credito di imposta 110?

Il meccanismo del credito di imposta 110 è complesso. Per funzionare necessita di qualcuno che di fatto garantisca denaro fresco alle imprese. E a farlo sarebbero in questo caso le banche.

Come? Cerchiamo di spiegarlo in maniera semplice qui di seguito.

Quando un’impresa effettua un lavoro ha dei costi da sostenere. Ovviamente però oltre ai costi un’impresa deve anche garantirsi un profitto. Fatta questa doverosa premessa possiamo provare a fare un esempio.

Supponiamo che il signor Mario Rossi, effettui un intervento di efficientamento energetico, come l’installazione di un impianto fotovoltaico, che benefici del credito di imposta 110 per un valore di 100.000 euro. Per poter sostenere i propri costi l’azienda deve avere disponibilità liquide in grado di ripagare materie prime, manodopera ed altri costi generali. Seppure sono contenuti nei 100.000 anche una % di utili le imposte su questi non consentirà mai all’impresa di monetizzare tutto il necessario.

A questo punto però, grazie al meccanismo della cessione del credito, non sarà il signor Mario Rossi a sostenere le spese, ma sarà di fatto l’azienda stessa ad anticiparle. Facendo questo acquisterà il credito di imposta 110% del signor Mario Rossi che potrà poi essere ceduto a soggetti terzi, le banche appunto. Questo sarà il meccanismo che consentirà quindi alle imprese di avere la finanza necessaria per eseguire le opere.

E’ facile quindi comprendere quanto la notizia riportata da Il Sole 24 ore, secondo cui le banche si stiano già muovendo per offrire dei prodotti appositi per usufruire della cessione del credito è più che positiva e conseguentemente quanto questa possa avere un impatto reale sulla nostra vita.

Senza l’intervento di una banca o di un soggetto interessato ad acquisire il credito di imposta sarebbe impossibile pensare di sostenere questo tipo di lavori. D’altronde, chi anticiperebbe le spese sostenute per effettuare i lavori, senza la garanzia di riscossione? Nessuno ovviamente.

Cosa manca ancora?

Queste belle notizie per il momento però sono solo indizi di una misura che potenzialmente potrebbe avere delle ripercussioni enormi sull’economia. I gruppi bancari elencati poco più sopra potrebbero di fatto garantire un plafond di 10 miliardi di euro se non di più. Ecco perché si parla del credito di imposta 110 anche in termini di svolta green per l’economia italiana.

Tuttavia, le belle notizie che cominciano a trapelare non significano che le misure siano già in vigore, tutt’altro. Si attende infatti ancora l’ufficialità della conversione in legge del superbonus al 110%. Il quadro normativo ha già preso corpo con numerosi emendamenti che sono stati già presentati in questi giorni e questa è un’ altra buona notizia. Inoltre si attendono ancora provvedimenti attuativi dell’Agenzia delle Entrate oltre che il decreto del Mise.

Conclusioni

Come avrai intuito, quella del credito di imposta 110 potrebbe potenzialmente essere un’occasione unica ed irripetibile per l’economia italiana. Un’occasione unica che può anche dare una svolta decisamente green al nostro paese permettendoci di proiettarci nel futuro con serenità ed in maniera sempre più sostenibile.

L’argomento tuttavia è molto complesso ed ancora è un po’ fumoso dal momento che non è ancora stato approvato nulla. In ogni caso, la strada intrapresa è sicuramente buona ed abbiamo buone ragioni per credere che presto giungerà a destinazione.

Scopri quando si potrà cedere il credito d’imposta cliccando qui!

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Solare Termico e pompa di calore: un’accoppiata vincente

La soluzione per avere acqua calda sanitaria in modo efficiente ed ecologico? Abbinare il solare termico e pompa di calore

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Se stai cercando di capire come mai solare termico e pompa di calore siano una soluzione ottimale per ottenere sempre acqua calda sanitaria sei nel posto giusto. Tuttavia, prima di spiegare perché facciamo un passo indietro.

La pompa di calore è senza dubbi la tecnologia su cui puntare se vuoi rendere confortevole la tua abitazione o l’edificio in cui si trova la tua azienda. La pompa di calore infatti ti permetterà di avere tramite lo stesso impianto, riscaldamento invernale, climatizzazione estiva e  acqua calda sanitaria. Il tutto, specie se è integrata ad un sistema fotovoltaico, sfruttando energia rinnovabile e quindi facendoti risparmiare notevolmente sulla bolletta.

Abbinare solare termico e pompa di calore, tuttavia è ancora più conveniente. Una convenienza che potrebbe portare ad avere un edificio che praticamente non consuma energia visto che riuscirà a soddisfare quasi totalmente il suo fabbisogno energetico grazie alle energie rinnovabili.

Ma come è possibile ottenere ciò? Come funziona questa accoppiata fra solare termico e pompa di calore?

Abbiamo chiesto delle spiegazioni a riguardo ai nostri tecnici specializzati nell’installazione di pompe di calore e impianti solari termici. Speriamo che queste spiegazioni possano esserti di aiuto e che chiariscano almeno in parte il funzionamento di questi due sistemi combinati assieme.

La particolarità della pompa di calore

Come abbiamo già avuto modo di spiegare all’interno di queste pagine, la pompa di calore è in grado di sfruttare l’energia termica dell’aria. Questo dispositivo in pratica trasferisce questa energia termica, o calore, che è presente nell’aria ad un particolare liquido o gas presente nella pompa di calore.

Questo gas o liquido “caldo” viene in seguito compresso, operazione che sua volta ne aumenta la temperatura. Solo in seguito viene immesso all’interno del circuito di riscaldamento riuscendo così riscaldare l’abitazione o l’acqua calda sanitaria.

Come avrai intuito quindi la pompa di calore è un dispositivo che già di per sé  è in grado di ridurre i costi sostenuti dal momento che non ha quasi bisogno di energia elettrica per funzionare. L’energia elettrica utilizzata serve quasi unicamente ad azionare il compressore ed altri dispositivi complementari.

Inoltre la pompa di calore riesce ad adeguare automaticamente il fabbisogno termico richiesto grazie alla tecnologia inverter, evitando così ulteriori sprechi di energia.

Fotovoltaico e Pompe di Calore: come funziona quest’ accoppiata vincente?

L’integrazione tra pannelli solari termici e pompe di calore viene realizzata solitamente con un scopo. Ovvero quello di utilizzare l’energia solare per incrementare le prestazioni della pompa di calore.

Come potrai intuire, il consumo di energia elettrica usata dalla pompa di calore per il suo funzionamento in questo caso viene praticamente azzerato. Questo perché il liquido da scaldare, grazie all’energia incamerata dal pannello solare termico, ha già un temperatura alta e quindi non ha bisogno di essere scaldato ulteriormente.

Quando si abbina solare termico a pompa di calore si riesce a massimizzare lo sfruttamento della fonte solare rinnovabile in due modi: in maniera diretta ed indirettaScopriamo qui di seguito la differenza fra le due tipologie di impianto solare termico e pompa di calore in maniera un po’ più approfondita.

Sistema integrato solare termico e pompa di calore diretto

I sistemi diretti si chiamano così perché integrano il circuito del pannello solare termico direttamente con la pompa di calore.

Il sole riesce a riscaldare il fluido presente nei pannelli solari termici, che è lo stesso che viene utilizzato dalla pompa di calore per riscaldare l’acqua calda sanitaria. Possiamo quindi dedurre che il consumo di energia elettrica che la pompa di calore utilizzava per comprimere il fluido in modo da aumentarne la temperatura viene ridotto drasticamente. Il fluido infatti è già caldo di suo grazie all’apporto del pannello solare termico!

Il sistema integrato solare termico e pompa di calore di tipo diretto dipende però tantissimo dalle condizioni ambientali ma anche da altri fattori. Questo che abbiamo appena descritto infatti è un meccanismo imperfetto dal momento che potrebbe portare al sovradimensionamento del collettore solare. Sovradimensionamento che sarebbe particolarmente evidente durante i mesi estivi dato che porterebbe ad una riduzione delle prestazioni dell’impianto.

Sistema integrato solare termico e pompa di calore INdiretto

I sistemi indiretti invece si chiamano così perché il circuito solare con la relativa sezione termica sono separati fra di loro.

In questo caso quindi il calore incamerato dal pannello solare termico dovrò essere scambiato con quello, minore, del liquido che poi circolerà nell’impianto della pompa di calore. Questo scambio di calore è continuo e fa sì che il liquido del circuito della pompa di calore venga scaldato senza consumo di energia elettrica, semplicemente prendendo il calore dal pannello solare termico.

Il principio rimane quindi sempre lo stesso. Ovvero quello di sfruttare il calore della parte termica in modo da non dover riscaldare ulteriormente il liquido all’interno del circuito della pompa di calore. Meccanismo che, come abbiamo visto poc’anzi è sempre volto a ridurre il consumo di energia elettrica.

Conclusione

Integrare questi due tipi di impianti quindi serve sostanzialmente a “truccare”, quindi aumentare, le prestazioni della pompa di calore.

Realizzare un impianto solare termico integrandolo ad un pompa di calore quindi è molto conveniente! Talmente conveniente che potresti puntare ad ottenere un edificio che per la produzione di acqua calda utilizza solo energie rinnovabili.

Inoltre questo intervento di efficientamento energetico, potrebbe rientrare in uno di quelli previsti dalle agevolazioni fiscali del governo italiano!

Cosa aspetti quindi a realizzarlo?

Contattaci immediatamente compilando il form se vuoi ricevere maggiori informazioni a riguardo!

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Tutti gli emendamenti all’Ecobonus 110%

Una breve panoramica su tutti gli emendamenti che potrebbero cambiare l’Ecobonus 110 %

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Il DL Rilancio sta finalmente per essere convertito in legge e come di consueto in questi giorni sono stati presentati numerosi emendamenti. Questi ultimi riguardano soprattutto le misure a sostegno dell’edilizia, con un occhio di riguardo al settore delle energie rinnovabili e dell’ efficientamento energetico, come riporta Il Sole 24 ore.

Quali sono le principali novità contenute negli emendamenti Ecobonus 110 %? Eccole qui in breve:

  1. nelle villetta bi o trifamiliare è possibile l’intervento separato per unità;
  2. sono stati rivisti i limiti di importo collegati al numero di appartamenti.

Queste che abbiamo elencato qui sopra però sono solo alcuni degli emendamenti Ecobonus 110% presentati. Se vuoi conoscere le altre novità continua a leggere dal momento che in questo articolo parliamo proprio di questo.

Se oltre ad approfondire questa notizia vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sulle detrazioni fiscali previste per gli interventi di efficientamento energetico e sulle modalità di riscossione (credito d’imposta e sconto in fattura) allora clicca qui!

Vediamo quindi quali sono le novità più importanti proposte negli emendamenti Ecobonus 110 % qui di seguito.

Emendamenti Ecobonus 110 %: isolamento termico per edifici plurifamiliari

Una delle novità degli emendamenti per l’Ecobonus al 110% riguarda il mondo delle villette. In particolare questo emendamento prevede che i lavori per l'”isolamento termico“, cappotti e simili per intenderci, possono essere realizzati anche per singole unità immobiliari in edifici plurifamiliari che abbiano accessi al’esterno indipendenti.

Questo significa che nelle villette bifamiliari o trifamiliari, ogni singola famiglia, se vuole, può realizzare interventi di isolamento termico per la sua unità immobiliare. Tuttavia l’intervento è possibile a patto che l’unità immobiliare sia “funzionalmente indipendente ed abbia un ingresso autonomo. Il che accade nella stragrande maggioranza dei casi.

In questo modo è stato fatto decadere il vincolo che vedeva la necessità del’unanimità (nelle bifamiliari) o della maggioranza dei due terzi (nelle trifamiliari). Da oggi ciascuno potrà effettuare interventi di isolamento termico in autonomia purché l’involucro sia isolato per almeno il 25% ella superficie disperdente lorda. Dovrà quindi essere calcolata la parte di facciata o di tetto corrispondente al’unità interessata.

Emendamenti Ecobonus 110%: cambiamento al tetto di spesa

Un’altra novità proposta negli ultimi Emendamenti per gli Ecobonus al 110% riguarda invece i limiti di spesa.

Quelli per gli interventi di isolamento termico relativi alle singole unità immobiliari sono i seguenti:

  • I condomìni da due a otto unità immobiliari possono spendere sino a 40mila euro per unità (20mila se si sostituisce il vecchio impianto con la caldaia a condensazione),
  • Quelli da nove unità in su possono spendere fino a 30mila euro (15mila per la caldaia a condensazione).
  • Per gli edifici unifamiliari o plurifamiliari (sempre con accesso autonomo dall’esterno) il tetto è di 50mila euro per unità immobiliare.

I limiti di spesa per la sostituzione dell’impianto con pompa di calore o caldaia a condensazione sono i seguenti:

  • 20 mila euro per edifici da una a otto unità,
  • 15 mila euro per gli edifici dalle nove unità in su,
  • per gli edifici unifamiliari (o plurifamiliari con le caratteristiche di autonomia) il tetto di spesa è di 30mila euro a unità.

Per tutti gli altri immobili soggetti a vincolo invece, qualunque intervento di efficientamento energetico sale al 110% di detrazione. Un’ottima notizia considerando che non c’è l’obbligo di effettuare i cosiddetti interventi “trainanti” se sono resi impossibili dal vincolo stesso.

Demolizione e ricostruzione

Potrà usufruire delle detrazioni previste dall’ecobonus 110%  anche la demolizione con la ricostruzione dell’edificio. Una ricostruzione che però dovrà dimostrare di aver raggiunto almeno due classi energetiche in più rispetto all’edificio precedente una volta ultimati i lavori,

Le estensioni dell’ecobonus 110%

Ad usufruire dell’ecobonus 110% non saranno solo gli interventi di cui abbiamo parlato fino a questo momento. Gli emendamenti ecobonus 110 % riguardano la possibilità di effettuare interventi di efficientamento energetico anche in altre due unità immobiliari di proprietà di persone fisiche. In sostanza quindi anche una seconda casa composta da una o due unità immobiliari dello stesso proprietario e, sembrerebbe, anche due appartamenti nello stesso condominio qualora l’intervento sia compatibile con il resto delle norme.

Conclusioni

Gli emendamenti all’ecobonus 110 % non sono ancora definitivi dal momento che la conversione in legge del DL Rilancio ancora non è avvenuta. Certo è che siamo in una fase avanzata della procedura, quindi è davvero questione di giorni!

Non perderti le novità riguardo all’Ecobonus 110% e iscriviti alla nostra newsletter cliccando qui!

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Quando scegliere il solare termico a circolazione naturale o forzata?

Solare Termico: circolazione naturale o forzata? Facciamo il punto su quando conviene scegliere una piuttosto che l’altra

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Se stai cercando di capire se ti conviene installare un impianto solare termico a circolazione naturale o a circolazione forzata allora sei nel posto giusto!

Probabilmente se sei qui, allora sei già consapevole di cosa sia un impianto solare termico. Questo tipo di impianti è davvero vantaggioso dal momento che ti permette di avere acqua calda ed un sistema di riscaldamento efficace facendoti risparmiare sulla bolletta sfruttando energia rinnovabile. Quale? Quella solare!

A questo punto quindi stai cercando di capire se ti conviene installare un impianto solare a circolazione naturale oppure uno a circolazione forzata. Per capire quando conviene uno o l’altro è necessario fare una panoramica d’insieme del loro funzionamento.

Per questo abbiamo chiesto ai nostri esperti di efficientamento energetico di spiegarci a grandi linee quando scegliere la circolazione naturale e quando quella forzata.

In questo modo speriamo di chiarirti un po’ le idee a riguardo prima di rivolgerti a degli esperti del settore, cosa che ti consigliamo comunque di fare. A questo proposito non esitare a contattarci cliccando qui!

Pronto quindi a scoprire quando scegliere la circolazione naturale e quando quella forzata?

Allora prosegui nella lettura!

Come funziona un impianto solare termico?

Il funzionamento di un impianto di questo tipo è piuttosto semplice dal momento che sfrutta il calore irraggiato dal sole catturandolo tramite i pannelli solari di cui è composto. Sarà proprio questo calore a riscaldare un fluido, che, scorrendo attraverso una serpentina cederà a sua volta il il proprio calore all’acqua contenuta in un serbatoio.

A questo punto, una volta accumulato abbastanza calore, questo potrà essere utilizzato per due funzioni: per riscaldare l’acqua sanitaria domestica, oppure per affiancare il riscaldamento domestico tramite un sistema che viene definito “combinato”.

Qual’è la differenza fra circolazione naturale o forzata di un impianto solare termico?

Quando si parla quindi di circolazione naturale o forzata di un impianto solare termico ci si riferisce alla modalità con la quale questo fluido circola all’interno della serpentina. Qui di seguito vediamo meglio il loro funzionamento in modo da spiegare meglio la differenza che c’è fra i due sistemi.

Circolazione naturale di un solare termico: come funziona?

In questo tipo di impianti solari termici la circolazione tra il pannello solare ed il serbatoio di accumulo avviene grazie al principio di gravità. Dal momento che non si usano altri tipi di dispositivi, ma solamente delle leggi fisiche presenti in natura si dice appunto naturale.

Il fluido infatti riscaldandosi all’interno del collettore diventa più leggero del fluido freddo che si trova all’interno del serbatoio. E’ proprio questa differenza di densità a far sì che si instauri una circolazione naturale.

Il fluido riscaldato cede il suo calore all’acqua contenuta nel serbatoio raffreddandosi. A questo punto torna ad essere più pesante e ricade nel punto più basso del circuito del pannello solare. Negli impianti a circolazione naturale il serbatoio si deve trovare quindi in un punto più alto del pannello solare.

Come funziona un impianto solare termico a circolazione naturale?

Come funziona un solare termico a circolazione forzata?

In questo tipo di impianti la circolazione tra collettore e serbatoio di accumulo è forzata dalla presenza di una pompa di circolazione. L’impianto solitamente è formato da un pannello solare a sè stante che a sua volta è connesso ad un serbatoio localizzato nell’edificio. All’interno del circuito solare si trova acqua o un fluido con uno speciale antigelo.

La pompa di circolazione del circuito solare termico è attivata da un regolatore differenziale di temperatura. In particolare la pompa si attiva quando la temperatura del collettore è maggiore della temperatura di riferimento impostata nel serbatoio. A questo punto, tramite uno scambiatore di calore, il calore del serbatoio viene trasferito all’acqua sanitaria.

Come funziona un impianto solare termico a circolazione forzata?

In ogni caso, se dovessi avere qualche dubbio in merito al funzionamento di un solare termico a circolazione naturale oppure su quello a circolazione forzata, non esitare a contattarci cliccando qui!

Quando scegliere la circolazione naturale e quando quella forzata per un solare termico?

Dopo aver esaminato come funzionano le due tipologie di impianti solari termici cerchiamo quindi di spiegare quando è opportuno scegliere uno piuttosto che l’altro.

Quando scegliere la circolazione forzata

E’ opportuno scegliere un impianto solare termico a circolazione forzata quando non è possibile porre il serbatoio di accumulo in posizione sopraelevata rispetto al collettore. D’altronde, come puoi facilmente immaginare, se il serbatoio non è più in alto non è possibile sfruttare il principio di gravità.

In questi casi quindi è necessario dotare il circuito dell’impianto di alcuni dispositivi aggiuntivi come una pompa di circolazione in grado di movimentare il fluido nel verso giusto, una valvola di ritorno che non permetta in nessun caso l’inversione del verso di circolazione ed una centralina di controllo con appositi sensori che permetta di ottimizzare il sistema.

Uno dei vantaggi principali di questo sistema è quello di avere una notevole libertà in fase di progettazione dal momento che questo tipo di sistema si adatta a qualsiasi condizione climatica. Si ricorre quindi a questo tipo di solare termico soprattutto in zone in cui le temperature sono molto rigide come ad esempio in montagna.

Tuttavia, nelle aree non soggette a particolare rigidità, l’utilizzo di questo sistema potrebbe comportare un maggiore dispendio di energia e quindi incidere in misura minore sui risparmi in bolletta.

Quando scegliere la circolazione naturale

Per quanto riguarda il solare termico a circolazione naturale è preferibile installarlo in tutti gli altri casi non suggeriti per quello a circolazione forzata. Sempre che, ovviamente, sia possibile installare il serbatoio in una posizione più alta rispetto al pannello solare termico.

Questo perché questo sistema ha una circolazione del fluido che sfrutta la convezione. Questo significa che sfrutta il fatto che il fluido, riscaldandosi, diventa più leggero e quindi sale verso l’alto, spingendo così il fluido più freddo e quindi più pesante verso il basso. Quest’ultimo a sua volta verrà riscaldato una volta raggiunto il livello più basso quindi diventerà più leggero e risalirà verso l’alto. In parole povere questo meccanismo è lo stesso che avviene quando bolle l’acqua che scaldiamo prima di cuocere la pasta.

In questo caso però, quando un liquido scaldato raggiunge il livello più alto però, cede il proprio calore all’acqua sanitaria che quindi si riscalda e può essere usata per i propri scopi.

Il fluido quindi non ha bisogno di apporto di ulteriori forze per circolare, ma sfrutta dei principi della fisica. Questo comporta un notevole vantaggio rispetto a quello a circolazione forzata. Infatti in questo sistema praticamente non esiste consumo elettrico da parte della pompa di circolazione visto che in questo tipo di impianti non è presente!

Tuttavia la circolazione naturale risulta essere molto più sensibile agli sbalzi di temperatura, specie quando questa scende molto. Pertanto non è sempre detto che sia questo il sistema più adatto a te!

Conclusioni

Se hai letto fino a questo punto quindi dovresti avere ben chiare quali sono le differenze e quindi anche aver capito, almeno in linea di principio, quando scegliere un impianto solare termico a circolazione naturale o forzata.

In ogni caso si tratta di valutazioni che non dovresti fare tu, ma che dovresti prendere solo dopo esserti consultato con un esperto.

A questo proposito quindi non esitare a contattarci!

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Ventilazione meccanica controllata (VMC), tutti i vantaggi

Quali sono i vantaggi principali della ventilazione meccanica controllata?

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La tecnologia a ventilazione meccanica controllata è l’unica a garantire un adeguato ricambio d’aria nei locali all’interno di edifici. Grazie a questa tecnologia non dovrai più aprire le finestre per cambiare l’aria e questa, soprattutto d’inverno, è una bellissima notizia!

Il sistema a ventilazione meccanica controllata è facilmente installabile sia su edifici esistenti che su edifici in costruzione. Si tratta di un sistema che può essere inquadrato anche in un’ottica di riqualificazione energetica degli edifici, una notizia che sicuramente ti farà piacere sentire vista l’imminente approvazione degli ecobonus 110%.

Se vuoi approfondire il discorso del sistema di ventilazione meccanica controllata scoprendone i vantaggi allora sei nel posto giusto. Abbiamo infatti chiesto ai nostri esperti di fare il punto sul perché si dovrebbe installare un sistema di ventilazione controllata e su quali vantaggi comporta un sistema di questo tipo. Ovviamente però, prima di parlare di questo è necessario fare una breve panoramica sul funzionamento di questo impianto di ventilazione.

Se sei già al corrente dei suoi vantaggi e vuoi passare direttamente all’installazione di questo impianto allora contattaci subito per richiedere un preventivo!

Perché è importante un corretto ricircolo dell’aria?

Le attuali normative vigenti nel settore dell’edilizia impongono la realizzazione di strutture sempre più coibentate. Questo per favorire l’isolamento termico di un edificio, isolamento che serve a ridurre la dispersione di calore.

Si tratta di una pratica senza dubbio positiva visto che grazie ad essa si riduce lo spreco di energia utilizzata per riscaldare o raffrescare un ambiente. Una tecnica che se abbinata a sistemi come le pompe di calore può dare dei risultati incredibili! Tuttavia anche una casa, proprio come la pelle del nostro corpo, ha bisogno di respirare se si voglio evitare spiacevoli inconvenienti come muffe ed umidità.

Se fino a qualche tempo fa, l’unica soluzione per risolvere questo problema era spalancare le finestre, che specialmente in inverno significava disperdere una quantità enorme di calore, grazie ai sistemi di ventilazione meccanica non è più così.

Come funziona le ventilazione meccanica controllata?

Questo sistema, come avrai già capito è particolarmente innovativo dal momento che riesce permettere un continuo scambio di aria tra esterno ed interno dell’edificio.

Questo scambio è possibile grazie a delle condotte installate all’interno dell’edificio, che fanno in modo, attraverso dei particolari dispositivi, di immettere l’aria pulita nei cosiddetti locali nobili. Questi sono i locali di un edificio nei quali non si producono inquinanti, quindi non nella stanza della caldaia ma ad esempio in stanze come il soggiorno o la camera da letto.

Prima di essere immessa all’interno dell’edifico l’aria viene ovviamente filtrata da polveri e batteri in modo che non possa causare problemi alle persone che vivono l’edificio. Una funzione che oggi è particolarmente utile anche per via dell’emergenza coronavirus! Contemporaneamente a questo meccanismo, ce n’è un altro che regola l’estrazione dell’aria viziata. Quest’ultima è quella che si trova in locali detti tecnici come ad esempio i bagni, le cucine e le lavanderie.

In pratica quindi, l’aria cattiva ricca di anidride carbonica viene espulsa mentre al tempo stesso viene incamerata all’interno dell’abitazione aria ricca di ossigeno. Un vero e proprio scambio che avviene in maniera automatica e senza dover aprire le finestre con la dispersione termica che comporta questa operazione.

Ma non finisce qui!

Oltre a garantire un adeguato ricircolo d’aria, questi sistemi permettono di trattarla, riscaldandola, raffreddandola e recuperando il calore dall’aria esausta.

Quali sono i vantaggi della Ventilazione meccanica controllata? Vantaggi relativi alla qualità dell’aria

Abbiamo già scritto come i sistemi VMC riescano a garantire aria sempre pulita anche evitando di aprire porte e finestre.

Il lavoro costante della ventilazione meccanica evita tutta quella serie di problemi, da non sottovalutare, causati dall’inquinamento domestico. Inquinamento domestico che è quasi sempre causato dall’azione umana come ad esempio l’utilizzo di prodotti chimici per la pulizia e l’igiene della casa.

Anche per questo motivo avere sempre a disposizione aria pulita significa anche godere di una migliore qualità della vita.

Scendendo un po’ più nello specifico inoltre questi sistemi possono anche garantire i seguenti vantaggi:

  • La VMC garantisce sempre aria filtrata e, dunque, salubre, anche per chi ha forti allergie a polveri, polline e acari.
  • Gli ambienti sono più salutari salutari visto che non ci sarà nessuna formazione di muffe. Hai mai visto alcune delle pareti aree, specie in corrispondenza di angoli, assumere degli strani colori grigio-verdi? Il miglior modo per contrastare questi fenomeni è quello di eliminare l’umidità interna e si può fare, in modo efficace, solamente installando la ventilazione meccanica con recupero del calore.
  • L’aria è talmente pulita che viene eliminata anche la presenza di possibili batteri o virus in essa contenuti. Ed in tempi di coronavirus non è affatto male!
  • Grazie a questi sistemi è possibile garantire una climatizzazione corretta degli ambienti.
  • Non ci saranno fastidiose correnti d’aria.

UN sistema di ventilazione meccanica controllata è un importante investimento

I sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata hanno notevoli vantaggi dal momento che, come abbiamo intitolato questo paragrafo, rappresentano un importante investimento, sia in termini economici che di qualità della vita.

Abbiamo riassunto i perché di questa affermazione nei punti qui di seguito:

  1. Installare un VMC garantisce un notevole risparmio dell’energia facendo quindi calare i costi delle bollette.
  2. Garantisce un notevole recupero termico perché riutilizza il calore dell’aria che buttiamo fuori. In questo caso si parla di sistemi VMC a doppio flusso. Questi scambiano l’energia termica tra l’aria calda in uscita e l’aria fredda in ingresso, senza che i due flussi vengano a contatto diretto riuscendo a recuperare il calore dall’aria in espulsione.
  3. Il risparmio dell’energia ed il recupero termico si riflettono in maniera direttamente proporzionale sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’ambiente.
  4. Il sistema di Ventilazione Meccanica Controllata è silenzioso ed inoltre riesce a garantire l’ assenza di rumori provenienti dall’esterno.
  5. Un sistema di questo tipo realizzato come si deve può anche portare ad una riduzione considerevole del rischio di effrazioni.
  6. La spesa viene ammortizzata velocemente, specie qualora riusciate a rientrare negli ecobonus 110%
  7. Infine, l’immobile, sia per l’ottima certificazione energetica che riceverà, sia per lo stato di salute che conserverà nel tempo, riuscirà ad ottenere e mantenere negli anni un ottimo valore di mercato.

Rivolgiti ad esperti per un esperto per essere sicuro di beneficare dei vantaggi dei VMC

Come abbiamo visto fino a questo momento, i vantaggi di un sistema di ventilazione meccanica controllata sono considerevoli. Però, per essere sicuro di beneficiarne è importante affidarsi ad aziende esperte e preparate, come la nostra.

I nostri collaboratori sono infatti persone qualificate e competenti che sapranno valutare correttamente i migliori sistemi da utilizzare per rispettare le tue esigenza. Sono inoltre in grado di installare i componenti di questo tipo di impianti a regola d’arte, assicurandoti così le migliori prestazioni energetiche e quindi un notevole risparmio economico senza dimenticare di migliorare anche il tuo comfort e la salubrità degli ambienti!

Cosa aspetti?

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Impianto fotovoltaico integrato: cosa è e perché serve

Impianto fotovoltaico: integrato oppure no? Qual è la differenza fra i due?

Home » Archivi per Simone Cirone » Pagina 41

 

Se sei in procinto di installare un impianto fotovoltaico, che sia per la tua abitazione o per la tua azienda, probabilmente ti sarà stata prospetta una scelta. E questa scelta non è altro che la risposta alla fatidica domanda: impianto fotovoltaico integrato o non integrato?

Se invece non ti è stata posta questa domanda significa che non hai scelta e che devi optare per un impianto fotovoltaico integrato. Questo di solito capita nel caso in cui la tua abitazione o ufficio si trovi in particolari aree. Per esempio in centro città oppure in zone sotto la tutela dei beni culturali e in tutte quelle aree soggette a vincoli paesaggistici.

Ma per quale motivo in alcuni casi è possibile scegliere fra un impianto fotovoltaico integrato o uno normale ed in altri no? Cosa è di così particolare un impianto fotovoltaico integrato?

Abbiamo cercato di rispondere a queste domande insieme ai nostri esperti in modo da fornirti dei chiarimenti esaustivi in merito.

Se invece sai già consapevole delle risposte a queste domande e sei interessato agli impianti fotovoltaici non esitare a contattarci cliccando qui.

Cosa è un impianto fotovoltaico integrato? Cosa significa integrato?

Un impianto fotovoltaico per privati o per aziende, si dice integrato quando i pannelli sostituiscono gli elementi di copertura del tetto sul quale vengono installati. Quindi i pannelli solari non vengono sovrapposti al tetto ed alle tegole di cui è composto ma sostituiscono direttamente i materia di rivestimento. Al posto delle tegole di un normale tetto, vengono quindi installati i pannelli solari dell’impianto fotovoltaico.

Proprio a causa di questa sua peculiarità, l’impianto fotovoltaico integrato è in grado di svolgere quindi due funzioni. Quella primaria di convertitore di energia solare in energia elettrica, e quella secondaria di copertura dell’edificio dalle intemperie.

Il fatto che sia integrato quindi, significa anche l’impianto sia stato progettato opportunamente per resistere alle intemperie e dalle possibili infiltrazioni d’acqua grazie all’utilizzo di apposite guaine e strutture impermeabili.

Dal momento che appunto i pannelli solari di questo tipo di impianto vanno a sostituire le tegole di un tetto la loro installazione è molto delicata. Per questo i nostri tecnici sono altamente qualificati ed hanno capacità architettoniche oltre che normali competenze di installazione di pannelli fotovoltaici.

Puoi richiedere una nostra consulenza o maggiori informazioni cliccando qui!

Perché potrebbe essere obbligatorio fare ricorso all’ integrato?

I motivi per cui si può richiedere l’integrazione del proprio impianto fotovoltaico non sono molti. Anzi fondamentalmente  sono 2: l’estetica e la necessità.

Un impianto fotovoltaico integrato è sicuramente più piacevole a livello visivo in quanto il profilo dei pannelli non sporge dall’involucro della struttura. Si tratta di una soluzione ideale quando la si deve installare in case di un certo stile come ad esempio case d’epoca, cascine, o comunque edifici di un certo stile architettonico.

Questo perché questo tipo di impianti fotovoltaici sfrutta una tecnologia a basso impatto visivo. Si tratta quindi di un motivo puramente estetico: non c’è assolutamente nessuna diminuzione della resa dei pannelli fotovoltaici.

Oltre al motivo estetico tuttavia potrebbe essere necessario installare un impianto fotovoltaico integrato anche a causa di alcune norme specifiche che ti obbligano a farlo. Questo ad esempio è il caso in cui l’edificio sul quale si vorrebbe installare l’impianto potrebbe essere soggetto a vincoli paesaggistici. Questi potrebbero riguardare sia l’edificio che l’area all’interno della quale si trova.

Questi vincoli paesaggistici o culturali in realtà dipendono sempre e comunque dallo stesso principio estetico di prima. Il loro obiettivo è sempre quello di ridurre l’impatto estetico che di solito provoca un impianto fotovoltaico.

In questo secondo caso però i proprietari di immobili soggetti a vincoli paesaggistici sono obbligati a rispettare il decoro imposto dai comuni. In questi casi quindi un impianto fotovoltaico integrato è quindi l’unica vera soluzione per rispettare tali vincoli e beneficiare dell’energia solare.

Le varie tipologie di impianto fotovoltaico integrato

Le varie tipologie di impianto fotovoltaico integrato dipendono dal livello con il quale si integra con la superficie dell’edificio nel quale deve venire installato. Esistono quindi tre tipi:

  • Non integrato
  • Parzialmente integrato
  • Integrato

Qui di seguito analizziamo brevemente le caratteristiche di questi tipi di impianti a pannelli solari.

Impianto fotovoltaico non integrato

Questa tipologia è quella che si avvale di impianti installati su superfici piane per mezzo di cavalletti e di zavorre. Questi servono ad ancorare in pannelli alla superficie oltre a regolarne l’inclinazione in modo da garantire un corretto funzionamento dell’impianto.

Siccome i pannelli vengono ancorati a strutture pre esistenti come tetti o facciate di edifici i pannelli saranno visibili. In questo caso i pannelli fotovoltaici svolgono esclusivamente la funzione di produzione energetica. Inoltre esistono pannelli fotovoltaici di varie tipologie, per questo ti consigliamo di approfondire l’argomento cliccando qui.

Impianto fotovoltaico parzialmente integrato

Questa tipologia è la perfetta via di mezzo tra gli impianti fotovoltaici normali e quelli integrati. Questo perché in questo caso i pannelli fotovoltaici, pur venendo ancorati al tetto sporgono sensibilmente di meno dall’involucro esterno dell’edificio.

L’installazione dei pannelli per questo tipo di impianto non modifica la struttura sulla quale vengono installati. Inoltre i pannelli svolgono sempre e comunque la sola funzione di produzione dell’energia elettrica.

Impianto fotovoltaico integrato

In questo caso, come abbiamo già avuto modo di spiegare precedentemente, i moduli sono complanari rispetto alla copertura dell’edificio sul quale vengono installati. Pertanto la loro funzione non sarà solo quella di produrre energia elettrica ma sarà anche quella di proteggere l’edificio dalle intemperie.

Questa soluzione è molto in voga nei progetti moderni. Gli edifici di ultima generazione infatti vengono progettati in modo che abbiano un impatto ambientale il più inferiore possibile pertanto questo tipo di impianto è spesso compreso al posto di un normale tetto.

Questa soluzione tuttavia si adatta anche ad essere utilizzata nelle strutture pre esistenti. In questo caso il fotovoltaico sostituirà delle tegole o di porzioni di tetto rimuovendo quindi la vecchia struttura.

Conclusioni

Se sei arrivato a questo punto della lettura dovresti aver ormai compreso cosa è un impianto fotovoltaico integrato oltre ad aver capito la differenza con uno normale.

A questo punto devi sono decidere qual’è quello che fa per te!

In ogni caso prima di decidere se installare o meno un impianto fotovoltaico integrato ti consigliamo di richiedere l’opinione di un esperto.

 A questo proposito ti invitiamo a contattarci immediatamente cliccando qui oppure ad iscriverti alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornato.

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