Cosa c’è dietro al blocco dei cantieri superbonus?
Caos Superbonus: cosa c’è dietro al blocco dei cantieri superbonus?
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Una delle cause principali dietro al sempre più evidente blocco dei cantieri superbonus è senza dubbio la complessa situazione della cessione dei crediti. Inoltre c’è anche da considerare la penuria delle materie prime usate nell’ edilizia ed il loro incredibile rincaro.
Nel frattempo la scadenza del 30 settembre per le villette e le abitazioni unifamiliari si avvicina ed i cantieri che interessano questi edifici stentano a partire.
Sono già diverse le persone a riferirsi a questa situazione come alla “bolla” del Superbonus. La grande richiesta degli incentivi stanziati per volere dell’allora Governo Conte ha finito per superare ogni previsione causando la paralisi dei cantieri e lo stallo delle pratiche burocratiche.
A complicare ulteriormente le cose ci si è messo anche il legislatore che, a più riprese, è intervenuto sulla normativa con cambiamenti sostanziali, vedi quelli riguardanti la cessione del credito d’imposta. Cambiamenti che dietro apparenti semplificazioni delle procedure hanno nascosto in realtà ostacoli talvolta insormontabili per le piccole imprese che si sono visti negare la possibilità di liquidare i crediti d’imposta ottenuti.
È importante conoscere le modifiche del Decreto Legge 11/2023 sulla cessione del credito d’imposta. Leggi il nostro articolo aggiornato qui.
In questo approfondimento cercheremo sviscerare queste difficoltà e fare il punto della situazione sul blocco dei cantieri superbonus.
Il punto sulla cessione del credito
Come abbiamo appena accennato, la difficoltà più evidente che si cela dietro al blocco dei cantieri Superbonus è il blocco della cessione del credito. Una situazione che definire allarmante è ottimista.
Secondo le ultime stime, i crediti d’imposta bloccati ammonterebbero a oltre 5 miliardi euro. Il 70% di questi crediti riguarderebbe proprio quelli del Superbonus 110%. A questi numeri impressionanti vanno sommati poi quelli dei 25.000 cantieri aperti nel solo mese di luglio per un valore di 4,5 miliardi di euro. In totale, le opere ammesse a detrazione hanno raggiunto quota 38,8 miliardi di euro. Per quanto riguarda i lavori conclusi (28,2 miliardi) si parla invece di 31 miliardi di euro.
Chi ha dato il via ai propri cantieri per l’efficientamento energetico ed attualmente si trova con il cantiere superbonus bloccato rischia di non vedere mai concluse le opere. Ma non solo questo. Se ha già e ha già ricevuto dal Governo il credito a stato avanzamento lavori potrebbe anche dover restituire gli importi con tanto di sanzioni.
Quella a cui siamo di fronte è quindi una situazione paradossale. A farne le spese sono, come di solito purtroppo accade, i semplici contribuenti. Il blocco della cessione del credito ha due cause principali legate entrambe all’incredibile mole di richieste pervenute:
- i frequenti interventi da parte del legislatore al fine di evitare truffe e abusi con conseguenti blocchi dell’intero meccanismo per permettere l’adeguamento alle nuove normative;
- l’introduzione di una serie paletti per limitare l’esborso a carico delle casse pubbliche.
Come funziona la cessione del credito oggi
Ad oggi la dinamica che regola la cessione del credito d’imposta è la seguente:
- il committente (ossia il privato cittadino che chiede l’agevolazione per predisporre i lavori) può scegliere se optare o meno per la cessione del credito. Qualora scelga questa possibilità può cedere il credito a un qualsiasi soggetto o cederlo all’impresa che effettua i lavori in cambio di uno sconto in fattura.
- chi ha ottenuto il credito può utilizzarlo o cederlo a sua volta solo a un soggetto vigilato, sia esso una banca, un’assicurazione o una società finanziaria autorizzata. In sostanza può quindi monetizzare un credito che fino a quel momento era virtuale.
- Successivamente, questo ente può esso stesso effettuare una sola cessione a un altro soggetto vigilato. Se chi riceve questa terza cessione è ancora una volta un istituto bancario, esso può cedere il credito un’ultima volta alla propria clientela. La nuova legge introdotta dal DL 13/2022 prevede che venga data la possibilità alle banche di effettuare la quarta ed ultima cessione dei crediti ai loro clienti cosiddetti “professionali” e alle partite Iva (ne parliamo qui) indipendentemente dalla data in cui sia maturato il credito.
Cosa c’entra il blocco della cessione dei crediti con il blocco dei cantieri superbonus?
Fino a questo punto ci siamo limitati a spiegare che il meccanismo della cessione del credito ha subito dei cambiamenti epocali che ne hanno limitato fortemente l’applicazione. Da un primo momento in cui era illimitato, si è passati ad una sola cessione per poi arrivare alle attuali 3.
Ma cosa c’entra questo con il blocco dei cantieri superbonus?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo spiegare brevemente come funzionano i meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito d’imposta. E’ infatti grazie a questi due meccanismi che il Superbonus 110% ha avuto un’enorme mole di richieste. Di fatto, grazie ad essi, si permette al committente dei lavori di non pagare praticamente nulla per i suoi interventi di efficientamento energetico.
Questi meccanismi prevedono la possibilità, per il committente, di cedere all’impresa esecutrice dei lavori il credito d’imposta maturato beneficiando della detrazione. In cambio, l’impresa esecutrice dei lavori, applicherà uno sconto in fattura di pari importo. L’impresa in questione quindi, ottenendo questo credito d’imposta può realizzare un guadagno superiore a quello che avrebbe ottenuto normalmente. Il credito che otterrebbe ammonta infatti al 110% della spesa sostenuta.
La realtà dei fatti è però ben diversa. Per realizzare i lavori previsti, le imprese devono anticipare alcune spese non proprio irrisorie. Il credito d’imposta loro riconosciuto è erogato solo dopo la fine dei lavori o quanto meno dopo il raggiungimento di determinati SAL (Stati Avanzamento Lavori). Tali imprese quindi si trovano a dover anticipare le spese di tasca loro.
Questo credito d’imposta deve poi essere ceduto, molto spesso alle banche, per ottenere liquidità. Ecco quindi che anche le banche hanno il loro tornaconto in tutto questo meccanismo anche se non è questo il punto. Il punto è che essendo impossibilitate a cedere il credito, le imprese non possono rendere liquidi i loro crediti d’imposta. Liquidità necessaria per ripagare l’anticipo sborsato per acquistare i materiali necessari allo svolgimento dei cantieri e realizzare il loro guadagno. Bloccando la possibilità di cedere i crediti d’imposta quindi, si sono di fatto bloccati i cantieri superbonus.
Carenza dei materiali e caro prezzi
Dall’inizio del 2021 stiamo assistendo in Italia, ma anche nel resto d’Europa e del mondo, a una fortissima impennata dei prezzi dei prodotti usati in cantiere. È il cosiddetto “caro materiali”. Una sciagura che si unisce ad una grave carenza dei prodotti più comunemente utilizzati nell’edilizia. La crescita del costo dei materiali da costruzione sta diventando insostenibile e la mancanza dei prodotti costringe a rallentare, quando non addirittura a sospendere, i lavori già in corso.
Le cause di tutto ciò sono molte e in buona parte globali. Di certo la chiusura prolungata per Covid-19 di molte fabbriche che producono materie prime, in punti chiave del mondo, è pesata e pesa ancora molto. Ma ci sono stati anche altri episodi che hanno avuto una loro parte. Citiamo ad esempio il fatto che la Cina ha notevolmente aumentato l’approvvigionamento di materie prime, causando a tutto il resto del mondo una disponibilità limitata.
Questo scenario globale è accentuato in Italia dagli incentivi legati principalmente al superbonus 110%. Questa misura. varata senza prevedere meccanismi di controllo dei prezzi alla fonte e con scadenze temporali ha causato una sorta di isteria collettiva, che porta oggi alla mancanza, oltre che di materiale, perfino di manodopera specializzata e qualificata
Le conseguenze del blocco cantieri superbonus
Il blocco dei cantieri superbonus si è allargato oltre ogni misura dando origine ad un circolo vizioso. All’orizzonte di questo circolo vizioso c’è, il rischio concreto per chi ha ottenuto l’ok di dover pagare di tasca propria o, in alternativa, di doversi fermare definitivamente.
Come se non bastasse, il gran numero di richieste di lavori per l’efficientamento energetico pervenute ha provocato un’eccessiva richiesta di materiali da costruzione o macchine per l’efficientamento energetico. Eccessiva richiesta che i produttori non sono in grado di soddisfare generando ulteriori ritardi sulle tempistiche di cantiere già dilatate di suo per i fattori che abbiamo appena preso in considerazione.
Ma le conseguenze non sono solo per i beneficiari della detrazione: anche le imprese esecutrici dei lavori rischiano parecchio.
Sono le imprese ad essersi infatti fatte carico dell’anticipo economico da sborsare per dare il via ai cantieri. Anticipo che hanno sostenuto ma che con i crediti d’imposta bloccati non sanno quando possono far rientrare nelle loro casse. Conseguentemente, avendo utilizzato le risorse in questa maniera, non possono più utilizzarle per dare il via ad altri lavori. Ecco spiegata quindi anche un’altra causa del blocco cantieri superbonus.
Ma il vero problema è che l’incertezza sui tempi di riscossione di queste risorse, ovvero sullo smobilizzo dei crediti d’imposta rischia di portare al fallimento queste imprese. Succede quindi che le nostre imprese hanno i cassetti fiscali pieni di crediti senza però ottenere in cambio quella liquidità necessaria per affrontare le spese anticipate. In particolare, secondo CNA, sarebbero 33mila le imprese artigiane a rischio fallimento con una perdita totale di 150mila posti di lavoro nella filiera delle costruzioni. Il tutto a a causa del blocco della cessione dei crediti legati ai bonus edilizi che ha poi portato al blocco dei cantieri superbonus e degli altri ecobonus.
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