Come funziona la nuova cessione del credito?

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Nuova cessione del credito: cosa è cambiato con il DL 4/2022 e perché

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Alcuni giorni fa, in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto legge 4/2022 meglio conosciuto come Decreto Sostegni ter.

Il DL è particolarmente importante visto che impatta in maniera significativa con il meccanismo della cessione del credito (parliamo delle sue scadenze qui). A nostro avviso possiamo anche parlare di una vera e propria nuova cessione del credito dal momento che acquisterà i crediti d’imposta potrà utilizzarli solamente in compensazione. Questo significa che sarà possibile cedere il credito solamente una volta, ad altri soggetti come compresi gli istituti di credito e gli intermediari finanziari.

Ma in cosa consiste questa nuova cessione del credito scendendo più nei particolari? Perché sono stati introdotti questi cambiamenti dal legislatore?

Per scoprire la risposta a questa domanda non devi far altro che continuare a leggere questo approfondimento sulla nuova cessione del credito.

Perché modificare il meccanismo della cessione del credito?

La risposta a questa domanda affonda le radici nell’anno scorso. La Banca d’Italia aveva lanciato un allarme sulla necessità di attuare pratiche per la prevenzione di truffe e frodi che sfruttano il meccanismo del credito d’imposta tramite un apposito documento. Riportiamo qui di seguito uno stralcio di quel documento:

“Nell’ambito delle misure previste per contenere gli effetti della pandemia, il riconoscimento di detrazioni fiscali a fronte dell’esecuzione di specifici interventi si accompagna alla possibilità di cedere in maniera generalizzata i relativi crediti di imposta, al fine di agevolarne la monetizzazione.

In relazione a detti crediti vanno considerati i rischi connessi con:

  • l’eventuale natura fittizia dei crediti stessi;

  • la presenza di cessionari dei crediti che pagano il prezzo della cessione con capitali di possibile origine illecita;

  • lo svolgimento di abusiva attività finanziaria da parte di soggetti privi delle prescritte autorizzazioni che effettuano plurime operazioni di acquisto di crediti da un’ampia platea di cedenti.”

Il problema, secondo la Banca d’Italia, era non tanto quello del numero delle cessioni cui il DL Rilancio non poneva limiti, quanto piuttosto quello del controllo dei soggetti ammessi a queste cessioni del credito. La legge infatti, così come è infatti stata approvata, non individua in maniera specifica i requisiti che i soggetti come banche o altri istituti di credito devono rispettare per poter acquisire questi crediti. Senza criteri e controlli è evidente come soggetti propensi ad effettuare frodi o a riciclare capitali illeciti vengano agevolati nei loro intenti criminosi.

Nuova cessione del credito: cosa è cambiato con il dl 4/2022

Il DL 4/2022, tramite l’articolo 28, detta le regole di quella che abbiamo definito la nuova cessione del credito. Il cambiamento più importante è quello che limita la possibilità di cedere il credito ad una sola volta.

I cessionari (imprese e professionisti) che ricevono i crediti dai beneficiari delle detrazioni, non potranno più cedere a loro volta questi crediti. Un’eccezione è rappresentata dal meccanismo dello sconto in fattura, se così possiamo definirla. In questo caso, saranno le imprese che applicano lo sconto in fattura a maturare il credito d’imposta, quindi potranno comunque cederlo una volta soltanto evitando il passaggio da beneficiario ad impresa.

Il DL 4/2022 riuscirà a contrastare i tentativi di frode?

Purtroppo se il governo, tramite l’introduzione di queste norme per la nuova cessione del credito, ha pensato che queste potrebbero porre un freno ai tentativi di frode, probabilmente ha preso una grossa cantonata. Questa misura infatti, a nostro avviso è destinata a fallire per almeno due ragioni, che analizziamo qui di seguito:

  1. La prima ragione emerge se paragoniamo i meccanismi di commercializzazione dei titoli di stato a quelli della compravendita dei crediti d’imposta generati dal Superbonus 110%. Nel primo caso però sono presenti degli “operatori abilitati”, ovvero banche ed imprese di investimento registrate presso la Banca d’Italia, che acquistano i Titoli di Stato emessi dal Tesoro. Solo in seguito questi Titoli vengono immessi in un mercato secondario soggetto a precise regole che ne assicurano la massima trasparenza. Questi criteri però, nel mercato del credito d’imposta non esistono. Inoltre è proprio la possibilità di cedere questi titoli svariate volte a permettere a Banche ed Imprese di trarne profitto.
  2. La seconda ragione deriva da una semplice riflessione. E’ infatti doveroso sapere che i crediti d’imposta, prima di essere commercializzati, transitano attraverso la piattaforma dell’Agenzia delle Entrate. In teoria quindi, l’Agenzia del Fisco, dovrebbe poter risalire precisamente ai soggetti che prendono parte a queste compravendite e, effettuando controlli incrociati con altre banche, dati potrebbe capire subito se è in atto una truffa o no. A questo punto è evidente come, nel caso l’Agenzia sia in grado effettivamente di svolgere questi controlli, il numero di passaggi di mano non sia importante. Tuttavia, qualora l’Agenzia delle Entrate non fosse in grado di effettuare questi controlli è necessario supporre che il pericolo di riciclaggio è presente fin dall’inizio visto che la prima cessione può essere effettuata favore di “soggetti non puntualmente identificati”.

Gli scenari futuri della nuova cessione del credito

Giunti a questo punto è doveroso domandarsi quali potrebbero essere le conseguenze del blocco del meccanismo della cessione del credito.

Probabilmente, una prima conseguenza della nuova cessione del credito è quella che imprese e professionisti che operano con lo sconto in fattura dovranno recedere dai loro impegni per mancanza di capienza fiscale. Dovendo utilizzare il credito d’imposta in compensazione saranno costretti ad accettare solo quei lavori il cui ammontare non superi la propria capienza fiscale. Ciò potrebbe provocare un forte rallentamento dei lavori legati al Superbonus 110%.

Un altro rischio concreto è quello che il cliente finale, ovvero il beneficiario della detrazione, potrebbe trovarsi abbandonato dal sistema creditizio una volta esaurita la capienza fiscale di banche ed istituti di credito. In alternativa però potrebbero affacciarsi sul mercato dei grossi player con una capienza fiscale molto più grande delle piccole banche e degli istituti di credito ed interfacciarsi direttamente con questi clienti.

Cosa succederà adesso, subito dopo l’approvazione della nuova cessione del credito?

Una delle conseguenze di tutto ciò si ripercuoterà direttamente sui professionisti che operano proponendo il loro lavoro tramite sconto in fattura. Costoro infatti non potranno più operare con questo metodo, salvo il caso in cui abbiano ricevuto gli incarichi direttamente dagli esecutori dei lavori che a loro volta operano con lo sconto in fattura.

Questa che abbiamo descritto è una situazione paradossale. Il DL Rilancio aveva individuato questi soggetti come i veri garanti degli interventi sul Superbonus 110%, dal momento che sono questi professionisti a produrre asseverazioni di congruità tecnico ed economica ed a stipulare le assicurazioni necessarie per accedere alla detrazione. Sul più bello quindi, a questi soggetti viene tolta la possibilità di fornire i loro servizi tramite lo sconto in fattura. Non solo, legando questi soggetti agli esecutori, viene meno anche il principio di terzietà cui dovrebbero essere soggetti tutti i controllori.

Conclusioni

L’articolo 28 del DL 4/2022, che regola la nuova cessione del credito. a nostro avviso non fa altro che depotenziare il DL Rilancio. La nostra analisi infatti evidenzia come:

  • non incide sui possibili fenomeni di riciclaggio. Essi infatti non dipendono dal numero di cessioni del credito di imposta, ma dalla qualità degli operatori, fin dalla prima cessione;
  • rischia di depotenziare le attività di controllo, terzo ed indipendente, da parte dei professionisti;
  • potrebbe ridurre drasticamente gli investimenti resi possibili dal DL Rilancio;
  • ma soprattutto, una volta ridotta la presenza del sistema bancario a causa della limitata capienza fiscale, rischia di attirare nel mercato soggetti “non puntualmente identificati”.

Clamoroso dietrofront: arriva il blocco della cessione del credito da parte del governo Meloni!

Con il Decreto Legge n. 11 del 16 febbraio 2023 è arrivato il tanto temuto “Blocco della cessione del credito”. Ma cosa significa? Perché si è arrivati a tanto?

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