Cosa è il Bilancio di sostenibilità aziendale
Cos’è il Bilancio di sostenibilità aziendale e a cosa serve. Ecco perché lo abbiamo adottato anche noi di Valore Energia
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Per le aziende, rendicontare gli aspetti non finanziari legati alla sostenibilità aziendale è diventato sempre più importante. In questo senso va il crescente numero di imprese, anche in Italia, che stilano di propria iniziativa un bilancio di sostenibilità. Una redazione spinta da motivazioni serie e fondate e non solo perché obbligate dall’attuale legislazione. Questa è un’iniziativa che, soprattutto per aziende il cui core business riguarda le energie rinnovabili, come ad esempio è Valore Energia, dovrebbe essere una prassi consolidata. Ecco perché anche noi di Valore Energia abbiamo deciso di redigere il nostro Bilancio di Sostenibilità Aziendale individuando degli obiettivi da perseguire. Obiettivi di cui parliamo qui.
Abbiamo visto come in realtà il bilancio di sostenibilità riguarda la rendicontazione di aspetti non finanziari. Ma cosa significa tutto ciò?
Il contesto internazionale vede sempre più vicina l’approvazione della direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) che indicherà le misure da seguire nella stesura della documentazione di rendicontazione delle attività aziendali e normerà il sistema del reporting in merito agli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG). E’ infatti proprio ESG (Environment, Society, Governance in italiano Ambiente, sociale, economia) l’acronimo che rappresenta il concetto della sostenibilità condiviso a livello internazionale.
La direttiva, che si baserà sugli standard comuni europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS), andrà a sostituire l’attuale NFRD (Non Financial Reporting Directive) e interesserà, a partire dal 2024, oltre 50.000 aziende, rispetto alle 12.000 attuali. 50.000 a cui vanno aggiunte tutte quelle aziende che decideranno di farlo di loro spontanea volontà come appunto Valore Energia.
Cos’è il bilancio di sostenibilità aziendale?
Il bilancio di sostenibilità aziendale è un documento di rendicontazione nel quale un’impresa comunica la propria performance ESG e gli eventuali progressi effettuati in ambito ambientale, sociale e di governance.
Per decidere come rendicontare gli aspetti legati alla sostenibilità le aziende hanno due opportunità
- stilare un report integrato dove gli aspetti non finanziari sono contenuti nello stesso documento di quelli finanziari,
- separare le informazioni e pubblicare a parte una dichiarazione non finanziaria ossia il bilancio, appunto, di sostenibilità.
Il concetto di sostenibilità per un impresa, e quindi del suo bilancio di sostenibilità aziendale si basa su tre pilastri:
- Ambiente: Agire in modo sostenibile significa puntare sulla salvaguardia dell’ambiente e non compromettere i processi dei sistemi biologici.
- Sociale: Puntare al miglioramento delle condizioni di vita attraverso la promozione di servizi sanitari, educazione, servizi sociali, lavoro, valorizzazione tradizioni e pluralismo culturale.
- Economia: Contribuire allo sviluppo della società riducendo rischi e costi, migliorando la qualità dei servizi senza aumentare o riducendo le possibili ricadute negative.
Cosa deve contenere il bilancio ESG di un’ impresa?
In Italia, la normativa che regola tutto questo è stabilita dal Dlgs. 254/2016. Il decreto stabilisce in particolare che il documento del bilancio di sostenibilità dovrà contenere almeno:
- informazioni relative all’utilizzo di risorse energetiche, distinguendo fra quelle prodotte da fonti rinnovabili e non rinnovabili
- all’impiego di risorse idriche;
- alle emissioni di gas ad effetto serra e inquinanti in atmosfera;
- all’impatto sull’ambiente;
- all’impatto sulla salute e la sicurezza, associato ai fattori di rischio.
Il documento dovrà poi rendicontare gli aspetti sociali e attinenti alla gestione del personale come le:
- azioni poste in essere per garantire la parità di genere,
- misure volte ad attuare le convenzioni di organizzazioni internazionali e sovranazionali in materia,
- modalità con cui è realizzato il dialogo con le parti sociali;
- informazioni riguardanti il rispetto dei diritti umani e misure adottate per prevenirne le violazioni,
- azioni poste in essere per impedire atteggiamenti ed azioni comunque discriminatori;
- informazioni riguardanti la lotta contro la corruzione sia attiva sia passiva, con indicazione degli strumenti a tal fine adottati.
Ciascun aspetto, dovrà essere rendicontato seguendo
“le metodologie ed i principi previsti dallo standard di rendicontazione utilizzato quale riferimento o la metodologia di rendicontazione autonoma utilizzata ai fini della redazione della dichiarazione”.
Metodologie per cui adesso è in atto il processo di stesura di nuovi standard in modo da armonizzare e uniformare i bilanci a livello sia europeo che internazionale e favorirne la lettura e la comprensione da parte degli enti interessati, tra cui gli operatori finanziari.
Chi deve pubblicare questo bilancio?
In questo momento, l’obbligo di rendicontazione è previsto solo per gli enti di interesse pubblico che abbiano avuto un numero medio di dipendenti superiore a 500. Inoltre questi enti devono anche soddisfare uno dei seguenti criteri:
- un totale dell’attivo dello stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro;
- un totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiore a 40milioni di euro.
Per lo più, dunque, sono soggetti ad obbligo solo grandi emittenti, grandi banche (quotate o non) e grandi compagnie di assicurazione (quotate o non).
Il bilancio di sostenibilità è inoltre obbligatorio, dal luglio 2019, anche per gli enti del terzo settore in applicazione al decreto ministeriale “Adozione delle Linee guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo settore”.
Tuttavia, come abbiamo già accennato in questo approfondimento, l’Unione Europea è al lavoro in questi giorni per estendere tali obblighi ad un numero maggiore di soggetti.
Ad esempio l’obbligo di rendicontazione riguarderà tutte le grandi imprese con oltre 250 dipendenti e un fatturato di 40 milioni di euro, oltre che tutte quelle quotate in borsa. Anche le PMI aderiranno al nuovo sistema a partire dal 2026 anche se con regole meno stringenti.
In quest’ottica quindi, ci preme sottolineare come abbiamo deciso di anticipare i tempi e di adottare fin da adesso un nostro Bilancio della sostenibilità aziendale. Sostenibilità che ricordiamolo ancora una volta, è al centro del nostro core Business.
I vantaggi del bilancio di sostenibilità
Ovviamente, redigere un bilancio di sostenibilità ha i suoi vantaggi che riguardano aspetti differenti. Ad esempio, permette di monitorare la correlazione e i legami tra performance non finanziaria e finanziaria.
Inoltre riveste un ruolo particolarmente importante per quanto riguarda la reputazione dell’azienda. La sostenibilità infatti sta diventando un requisito fondamentale soprattutto nelle decisioni di consumo delle generazioni più giovani e nelle scelte degli investitori. Favorire l’abbattimento dell’impatto ambientale di una azienda, grazie a degli appositi sistemi di monitoraggio e degli sforzi anche a livello di regolamenti interni nella riduzione degli stessi e comunicare adeguatamente il tutto ha senza dubbio un impatto positivo nella reputazione di un’impresa.
Senza dimenticare che intraprendere azioni in linea con i propri obiettivi ESG permette di individuare rischi e nuove opportunità aziendali.